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Surrounded by desert – Circondati dal deserto – 2015-2017

ITA

A Nord-Est di Riyad, Arabia Saudita, si estende Al-Ahsa, considerata la più grande oasi del mondo. Risalente a più di 2000 anni fa, con una superficie di 300km2 e più di 3 milioni di palme da dattero, Al-Ahsa appare come un groviglio urbano di città e villaggi (più di quaranta) che s’innestano su una distesa verde circondata dal deserto.
L’oasi è un sistema antropizzato che, senza una lotta costante e continua contro il deserto, anche attraverso la cura delle coltivazioni, non potrebbe sopravvivere. Per centinaia di anni l’irrigazione dei palmeti è avvenuta in modo tradizionale, sfruttando le 162 sorgenti naturali. Negli anni ’70 è stato sviluppato un complesso sistema d’irrigazione e drenaggio composto da 2385 canali in cemento per un totale di 2809 km. L’oasi è così composta da un intricato sistema di canali artificiali, simili ad un sistema linfatico, che ne ha determinato l’assetto viario. L’amministrazione ha ora in progetto di sotterrare la maggior parte dei canali presenti e, se questo porterà notevoli agevolazioni per l’urbanistica, indubbiamente cambierà l’identità di Al-Ahsa.
All’interno dell’oasi esiste un mondo che ruota intorno ai palmeti e alle persone che li abitano. Proprietari terrieri, braccianti, burocrati, uomini di religione, giovani, donne e bambini… vite che descrivono questo ambiente attraverso molteplici sfaccettature di una realtà quotidiana.
Nella regione sono presenti, inoltre, i più grandi giacimenti petroliferi di tutta l’Arabia Saudita che, negli ultimi 40 anni, sono stati massicciamente sfruttati, causando un continuo abbassamento della falda acquifera, portando ad un aumento dell’inaridimento del suolo e ad una difficoltà di irrigazione.
In questo territorio si legano in modo indissolubile confini naturali e artificiali, lasciando sul terreno segni distintivi. Il deserto e le montagne da una parte e le tracce dell’uomo dall’altra. Immensi palmeti, strade e canali che insieme a città e villaggi creano un tessuto fisso e, allo stesso tempo, mutevole a causa del deserto che avanza e della vegetazione che cambia. Un’evoluzione che dura da migliaia di anni, ma che a suo modo mantiene la stessa identità e gli stessi principi, in una società estremamente statica e dinamica allo stesso tempo.

ENG

At Northeast of Riyad extends Al-Ahsa, considered the largest oasis in the world. Old more than 2000 years, with an area of 300km2 and over 3 million date palms, Al-Ahsa appears as an urban tangle of cities and villages that are grafted on a green expanse, surrounded by desert. For hundreds of years irrigation was done in the traditional way, by exploiting 162 natural sources. In the 70s it was developed a complex system of irrigation and drainage composed of 2385 cement canals for a total of 2809 km. The oasis is so composed of an intricate system of canals, similar to a lymphatic system, defining lives of men. The administration now plans to bury most of canals, changing forever the identity of Al-Ahsa. There are also the biggest oilfields of all Saudi Arabia, that have been heavily exploited, over the last 40 years, causing a continuous lowering of the aquifer, leading to an increase in the soil drying up with consequent difficulty of irrigation. Natural and artificial boundaries coexist in this territory. The desert and mountains on one side and human traces on the other. Huge palm tree gardens, roads and canals along with towns and villages creates a fixed tissue and at the same time changing because of the advancing desert and the vegetation changing. An evolution that has lasted for thousands of years, but in his own way keeps the same identity and the same principles, in a society extremely static and dynamic at the same time.